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Il grave controllo della Telepatia Artificiale (1 parte)

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Nel volume precedente ti ho spiegato che cos’è la Telepatia Artificiale e come essa funzioni, ponendo l’esempio di youtube. La Telepatia Artificiale può unire il pensiero di due persone, ma può condurre la comunicazione anche da tecnologie a menti di persone. In altre parole, un computer può comunicare telepaticamente con una persona, e viceversa, attraverso tutte le nanotech inserite nel cervello umano che hanno lo scopo di rendere le nostre menti sempre più controllabili dal Governo, privandoci completamente della privacy (non potendo neppure pensare senza essere ascoltati e guardati dall’interno) e ricostruendo le nostre reti neurali attraverso le stesse nanotech. Loro possono guardare dai nostri occhi e ascoltare dalle nostre orecchie, se vogliono. Quando ero piccola mi capitava spesso che mi tornassero alla mente dei ricordi in cui alcuni uomini mi posizionavano davanti una macchina, che proiettava i miei pensieri e i miei sogni attraverso filmati-video su uno schermo. Per tanti anni ho pensato che fossero semplicemente ricordi di sogni, speravo che non fossero ricordi di eventi realmente accaduti. Col senno di poi mi resi conto dopo che quelli non erano sogni, poiché è esattamente ciò che stanno facendo oggi: proiettare i nostri pensieri e i nostri sogni su uno schermo, ricreandoli attraverso le immagini IA. D’altra parte si tratta di tecnologie utilizzate da molto più di un secolo, ma che oggi agli occhi della gente pare ancora strano. Quindi nei decenni quelle tecnologie sono state decisamente aggiornate. 

Eppure tutti, oramai, si stanno accorgendo delle “casualità” che stanno accadendo nelle proprie giornate, sempre più ripetute, tanto da diventare molto fastidiose. Mi riferisco a quelle casualità in cui dici qualcosa a voce, magari mentre stai parlando in confidenza con il tuo compagno di vita, e poco dopo sul tuo cellulare compare la pubblicità di quel prodotto che hai nominato, di quella città in cui vorresti viaggiare, o video di quell’argomento che hai appena citato. Succede una volta, succede due volte, succede ogni singolo giorno, per forza di cose inizia a darti fastidio. Siamo passati ad un livello di anti-privacy così folle, e così rapidamente invasivo, che non abbiamo avuto neppure il tempo di lamentarci di essere spiati riguardo a ciò che scrivevamo sul cellulare, che ora veniamo spiati riguardo a ciò che pensiamo nella nostra mente, che ormai parlare di come ci spiano sul cellulare sembra quasi il minore dei problemi e come se non fosse più tanto grave. Invece rimane eccome grave, solo che i livelli successivi a cui si sono spinti rapidamente sono talmente folli che rendono difficile alla maggior parte della gente capire come reagire, o cosa fare per farli smettere. Ricapitoliamo un attimo i livelli che sono stati toccati, anche se molto rapidamente, dall’anti-privacy attraverso le tecnologie sino ad arrivare ai progetti che stanno portando avanti oggi, dal Governo contro di noi. 

Prima sono passati dallo spiare le nostre cronologie di ricerche su internet. Per esempio, se sul tuo browser cercavi “bicicletta in offerta”, guardavi le varie opzioni e poi ad un certo punto chiudevi tutte le pagine, essendo tu solamente curioso della bicicletta (ma che magari non volevi neppure acquistare, era soltanto per curiosare i prezzi) ecco che i giorni seguenti, qualsiasi sito avessi visitato, avresti trovato come banner pubblicitario quello sulla bicicletta che avevi guardato in precedenza. E ovviamente succede tutt’oggi. All’inizio si trattava di tecnologie poco conosciute, quindi non pensavi che quella pubblicità ti stesse perseguitando, ma pensavi invece che quei siti avessero impostato dei banner pubblicitari sulle biciclette! E che tutto fosse solamente un caso. Invece, quei siti impostano dei “banner a specchio”, ossia dei banner che però neppure i siti in questione sanno di che banner si tratti (in quanto le pubblicità non le scelgono loro, ma le aziende proprietarie dei banner).

Questi banner a specchio riflettono ciò che il singolo utente, entrando su quel sito, ha già cercato in precedenza su altri siti e dunque gli ri-mostra le sue ricerche nel tentativo di convincerlo ad acquistarle. Della serie “ti sei dimenticato di volere la bicicletta? Te lo ricordiamo noi, ripetendotelo più e più volte, così sarai convinto ad acquistarla!” e quindi a spendere soldi e tutto il resto. Si tratta di un metodo di vendita molto invasivo, è come un Promoter che ti vuole vendere una macchinetta del caffè e, anche se non la vuoi, lui ti rincorre in ogni negozio del centro commerciale che visiti (pur non essendo i suoi negozi) per tentare di convincerti a comprare quella maledetta macchinetta del caffè. È talmente invasivo che anche quando esci dal centro commerciale, e ti fermi ad un bar là vicino, ecco che il Promoter entra nel bar e tenta ancora di convincerti ad acquistare quella macchinetta. Questo è ciò che fanno i banner pubblicitari: si tratta di pubblicità molto invasiva, perché quando esci dal sito di acquisti, e ti dirigi verso un sito di ricette, oppure un sito di animali, e quindi tutt’altro sito, troverai ancora quel banner pubblicitario che tenterà di venderti la bicicletta che stavi guardando tanti giorni fa. È una pubblicità eccessivamente invadente. Poi l’anti-privacy si è alzata di livello. Prima spiava “solo” le tue ricerche, le tue cronologie, tuttavia potevi pensare che fosse “poco invadente” dal momento in cui ti riproponeva mille volte il prodotto che tu per primo avevi cercato la prima volta. Si tende quindi a giustificare l’anti-privacy dei banner pubblicitari invasivi sostenendo che comunque la prima ricerca l’abbiamo fatta noi, dal nostro pc o dal nostro cellulare, quindi “non è poi così grave”. Il problema non è che il sito di biciclette ci ripropone la bicicletta che abbiamo già guardato; il problema è che se chiudi la finestra di quel sito di biciclette, e ti dirigi verso tutt’altro sito, come ad esempio quello sugli animali, o quello sui viaggi in aereo, ti riproporrà di nuovo la bicicletta. 

Ciò che sta succedendo concretamente è che il tuo computer non è il tuo, perché ciò che scrivi sul tuo computer o suo tuo cellulare non lo stai leggendo solamente tu, ma lo stanno leggendo anche “altri”. E chi sono questi altri??? E perché hanno il diritto di leggere ciò che noi scriviamo sul nostro cellulare privato se, in teoria, esso è solo nostro, giacché lo paghiamo con i nostri soldi e costa pure tanto? Quindi noi compriamo un cellulare, compriamo una sim intestata a nostro nome, paghiamo ogni mese le ricariche telefoniche o gli abbonamenti per usare le telefonate oppure la connessione wi-fi, e nonostante tutte queste spese il nostro cellulare non è davvero nostro ma può essere spiato e controllato da chiunque voglia, a nostre spese? Quindi noi paghiamo uno strumento che serve a qualcun altro per avere il totale controllo degli affari nostri. Spiare le nostre cronologie significa di base spiare i nostri pensieri, perché ogni volta che svolgi una ricerca sul web, per esempio su una bicicletta, significa che stai pensando che potresti comprarne una; poi che la voglia comprare subito o per il futuro, che la voglia comprare per te o per la tua nipotina, non importa, comunque di base significa che probabilmente ne vorresti comprare una. Quindi stai esponendo il tuo pensiero direttamente sul web. Se su internet svolgi delle ricerche su delle case in affitto, significa che stai pensando di cambiare casa, ora o in futuro, ma ci stai pensando, e quindi stai esponendo il tuo pensiero direttamente sul web. Se su internet svolgi delle ricerche su come dimagrire, significa che pensi di essere ingrassato/a e che avresti bisogno di perdere peso; non importa poi se davvero ti metterai a dieta o se sono quelle attività che dici di voler fare ma poi butterai nel dimenticatoio… perché intanto significa che pensi di essere ingrassato e che avresti bisogno di una dieta, esponendo i tuoi pensieri sul web, dove possono essere letti da qualcun altro a tua insaputa. Quel qualcun altro sapendo che pensi di essere fuori forma (e magari neppure è vero, però tu lo pensi ed è ciò che conta) potrebbe approfittare di quei pensieri negativi su te stesso e potenziarli artificialmente, come potrebbe aumentare artificialmente il tuo disturbo fisico e farti ingrassare ulteriormente per farti entrare in un limbo difficile da uscire. 

Nel mentre ti proporrà soluzioni “magiche” come pasticche dimagranti (che sono piene di sostanze che vanno a bloccare le sensorie e la psichicità, oltre che piene di nanotech sintetiche) attraverso banner pubblicitari che ti compariranno sino allo sfinimento, ma che ingenuamente penserai che sia “una bella casualità” che siano comparse proprio quando stavi cercando una soluzione per dimagrire. 

Ma cosa ti spinge a pensare che la soluzione giusta siano quelle pasticche dimagranti? Gli stessi che leggendo i tuoi pensieri (giusti o sbagliati che siano) riguardo alla convinzione che tu sia ingrassato ti potenzieranno quell’ossessione artificialmente affinché tu creda di essere molto, molto più sovrappeso di quanto sia realmente, e ti sentirai costretto ad una soluzione rapida e forzata come appunto le pasticche dimagranti. Tutti sanno che non funzionano e che ottengono risultati ben peggiori, però penserai, chissà come mai, che con te funzioneranno e che anche se costano tantissimo vale la pena provarle. Questi pensieri non saranno tuoi ma ti sono stati imposti da chi vuole che acquisti e che ti nutri di “alimenti” sintetici, che contengono nanotecnologie all’interno e ti rendono ancora più adatto alla comunicazione artificiale fra umano-computer. Ed ecco che il cerchio si completa perché tutto questo permetterebbe al Governo di entrare molto di più nella tua mente e spiare i tuoi pensieri e quindi conoscere meglio ciò che vuoi fare o comprare, ancor prima che tu lo scriva sul web. 

Arrivati a questo punto, spiare la nostra cronologia privata non bastava più, c’era bisogno di alzare l’asticella. È bene chiarire che Oggi molti dei ruoli di spionaggio virtuale vengono effettuati dall’IA, ma è bene chiarire che l’IA non può fare tutto da sola ma viene costantemente controllata da operatori che lavorano per le agenzie proprio per controllare che i dati della gente vengano raccolti correttamente. Tuttavia, sino a pochi anni fa era un lavoro ricoperto quasi totalmente dagli operatori (gli stessi, per intenderci, di call center che ti chiamano mille volte per raccogliere dati su di te, ponendoti mille domande mentre tentano di venderti qualcosa; intanto raccolgono info su di te senza che te ne accorgi!), il che è anche più grave, quindi non sottovalutiamolo. Troppi si dimenticano che gli operatori di call center come gli operatori che vendono o promuovono altre attività, come i milioni di operatori che lavorano dentro a fb, o dentro youtube, o dentro google, sono persone fisiche che hanno il dovere – da contratto firmato! – di tenere la massima riservatezza riguardo il proprio lavoro, non potendo raccontare in giro di lavorare all’interno di fb o all’interno di youtube (non mi sto riferendo agli youtuber, che è un’altra cosa! Bensì a chi lavora dentro il pannello amministrativo e gestisce le funzioni nascoste di youtube!), proprio per evitare che trapelino notizie. Tuttavia, comprenderai bene che tutti coloro che lavorano su fb, o su youtube, noti per le loro violazioni alla privacy e per leggere le chat private e per vendere i dati privati a terzi (tra cui, ovviamente, il Governo per cui lavorano) sono anche molto facilitati a spiare il tuo profilo personale nel caso volessero. Se il tuo vicino di casa o il tuo ex fidanzato o chiunque si voglia oggi lavora all’interno su fb, egli può – solamente conoscendo il tuo nome e cognome, oppure il tuo nick sui social, oppure soltanto il tuo ip – risalire al tuo profilo e non solo accedere a tutte le tue informazioni private (che tu credi di aver messo “private” o “visibili solo agli amici” da te scelti) ma anche accedere alle tue chat private, e via discorrendo. Il tutto serve al Governo per poterti spiare costantemente, ma nel frattempo anche un semplice individuo ossessionato da te, o curioso, o che ti invidia, come l’ex del tuo fidanzato attuale o quella persona che hai visto una sola volta nella vita ma che si ricorda il tuo nome, o che sa come rintracciarti (per esempio guardando gli amici degli amici del suo amico, trovando così il tuo profilo riconoscendoti dalle foto che posti!) può accedere al tuo profilo e spiarti. 

Per farti comprendere quanto la nostra “privacy” non esista più, ti racconterò un aneddoto della mia vita che ti permetterà di chiarirti le idee riguardo al fatto che chiunque può realmente fare ciò che vuole con i tuoi dati. 

Un bel po' di anni fa, quando stavo ancora in una vecchia casa, per un certo periodo mi ritrovai ad avere problemi di connessione con il vecchio gestore internet con cui avevo il contratto. Tieni conto che io stavo nel nord Italia anche se apparentemente potrebbe sembrare che non c’entri nulla. Continuavo ad avere problemi alla connessione internet, così iniziai a chiamare gli operatori dell’assistenza per farmi risolvere il problema, ma loro continuavano a dire che non c’era nessun errore, che andava tutto bene, che non vi era alcun problema di connessione. Gli ripetevo di avere problemi di connessione, non me lo stavo di certo immaginando! Ma loro continuavano, tutti quelli con cui parlavo, diverse persone ogni volta, a sostenere che nei loro computer risultava che non ci fosse nessun problema di connessione e quindi che mi stavo sbagliando. Ma come fa una persona a sbagliarsi o ad immaginarsi di avere problemi di connessione? La loro soluzione era connettermi a internet e visitare il loro sito web, ma dovevo spiegare loro – decerebrati – che non potevo connettermi al loro sito giacché non mi connetteva internet! Chiedevo loro quantomeno di controllare il mio modem, magari mandandolo in assistenza avrebbero scoperto che era rotto, oppure che c’era qualcosa che non andava nelle antenne vicino a casa mia (periodo in cui ancora non sapevo che i problemi delle antenne dopo che ci praticavo.. erano eventi buoni; parliamo ancora di tanti anni fa) e loro alla fine mi rispondevano tutti che secondo il loro computer la connessione e il modem andava benissimo (mai controllato dal vivo! Lo controllavano da remoto e secondo loro funzionava bene..) e che io, in poche parole, me lo stessi immaginando. 

Alla fine, dopo tante, tantissime telefonate, mi arresi, e mi tenni un modem non funzionante; così lo spensi e via, utilizzai il telefono come modem, seppure l’abbonamento annuale era già pagato e loro non volevano saperne di assistermi, restituirmi il denaro speso, o aggiustarmi il modem. Avevo quel modem a casa, che non funzionava o quantomeno non mi permetteva di connettermi a internet, quindi era completamente inutile. Un giorno, parecchi mesi dopo, non ricordo neanche quanto tempo passò, parlando con una studentessa praticamente appena conosciuta, mi rivelò di lavorare proprio per quell’azienda con cui avevo il contratto della connessione a internet. Così, chiacchierando, le raccontai l’aneddoto, tanto per parlare, naturalmente pensando che lei non avrebbe di certo potuto fare nulla per cambiare la situazione, gliene parlai soltanto per fare due chiacchiere. Al che lei mi chiese se volessi una mano per ristabilire la mia connessione internet. Per assurdo, pensando che oramai ci avevo già provato mille volte con mille operatori diversi, quasi stavo per rifiutare, dicendole che tanto non serviva a niente dato che nessuno era riuscito a risolvermi il problema, quindi non c’era bisogno che ci provasse. Inoltre non sapevo quali dati avrei dovuto fornire a quella persona che comunque avevo appena conosciuto, per tentare di ristabilirmi internet, e che magari poteva essere solo una scusa – quella di aiutarmi – per farsi gli affari miei. Per quanto sia brutto da dire, tantissime persone ogni giorno cercano di approfittare di me con le scuse più assurde, anche fingendo di volermi aiutare o voler farmi del bene, quindi devo sempre prestare attenzione e non essere ingenua. Tuttavia mi rincuorò sapere che non dovevo fornirle praticamente nessun dato, perché lei sosteneva di poter rintracciare la mia connessione internet (quindi la mia abitazione, il mio indirizzo, e la precisa connessione che utilizzavo io) attraverso solamente il mio nome che già aveva. Naturalmente sapevo che l’anti-privacy esisteva già allora, ma fu interessante avere questa ennesima prova.

Prima che lei facesse qualcosa io riprovai ad accedere alla connessione internet ma ovviamente ancora una volta non andava, seppure avessi pagato l’abbonamento per tutto l’anno (che gli operatori non volevano risarcirmi!), quindi ovviamente non era un problema di pagamento in rosso, ma era la linea che non andava. Questa studentessa tornò nella sua città nel sud Italia e il giorno dopo andò al lavoro, appunto nell’azienda di telefonia e internet per cui lavorava da operatrice. Mi chiamò al telefono chiedendomi di accendere il modem in quanto le risultava dal suo computer che ce lo avevo staccato; ovviamente era vero, neppure il tempo di andare a lavoro che già si era connessa al mio indirizzo e poteva vedere dal suo computer la situazione della mia connessione ad internet, senza che neanche io le dessi il mio indirizzo di casa o altre info. 

Quindi sotto sue direttive attaccai alla corrente il modem, e lei mi disse che ora le segnava che il modem era acceso. Mi disse di attendere qualche minuto e che la mia connessione a internet avrebbe ripreso a funzionare. Ci voleva solo qualche minuto? Mesi e mesi a chiamare mille operatori per “aggiustarmi” la connessione, e lei ci avrebbe messo solo qualche minuto? Era assurdo e quasi non ci credevo, oramai ci avevano provato in mille! O meglio, gli operatori mi avevano detto di averci provato, ma compresi poi che non era affatto vero. Ebbene, pochi minuti dopo la connessione andò a buon fine e potei riutilizzare, da quel giorno, tutti i giorni la connessione ad una velocità perfetta, addirittura migliore rispetto alla velocità con cui andavo in passato! Le chiesi cosa avesse fatto, e lei semplicemente mi rispose che “qualcuno” mi aveva volontariamente bloccato la connessione a internet, al fine di impedirmi di utilizzarla, e che lei semplicemente tolse quel blocco e cliccò su un aggiornamento per potenziarmi la velocità, in quanto la velocità poteva essere potenziata o diminuita solamente cliccando dei bottoni. Il tutto lo fece dalla sua città, dal sud Italia, mentre io mi trovavo al nord, e teoricamente lei non avrebbe dovuto sapere dove abitavo o cosa facevo, eppure lei poteva “spiare” queste informazioni su di me solamente avendo una minima info su di me. 

Quella donna nonché mia studentessa mi spiegò che dietro agli aggiornamenti di internet vi sono soltanto un mucchio di truffe, cioè gli operatori ti dicono che se paghi di più possono aggiornare la tua connessione e renderla migliore, ma in realtà sono gli stessi operatori che prima di telefonarti, per qualche giorno abbassano la velocità della tua connessione e quindi riducono la velocità per cui tu stai già pagando l’abbonamento, e poi qualche giorno dopo ti chiamano chiedendoti di pagare di più per avere una connessione maggiorata, ma che in realtà è la stessa identica connessione che avevi già pagato per anni! Qualcuno bloccò la mia connessione ad internet per dispetto o per altre ragioni, e lei semplicemente tolse quel blocco, e tolse anche i “rallentatori” di velocità che qualcuno aveva messo nella mia linea, restituendomi la velocità di connessione per cui io già stavo pagando da tempo. 

Questo aneddoto ti permette di capire innanzitutto che non c’è bisogno di dare tutti i tuoi dati a chiunque perché possano fare qualcosa: è talmente facile per gli operatori rintracciare i tuoi dati (che tu hai dato o messo in giro anche moltissimi anni prima!) andandoli a pescare anche da altre aziende (per esempio dall’azienda con cui hai firmato il contratto delle utenze luce e gas, oppure con la compagnia telefonica, oppure con il nome con cui hai intestato la tua casa, e via discorrendo) e da quei dati che tu credi di non aver dato all’operatore – ma che troverà facilmente da altre fonti – lui o essi potranno a tua insaputa fare ciò che vogliono. Difatti inizialmente non sapevo chi mi avesse bloccato la connessione internet e da quanto tempo (sebbene poi sia andata ad attaccarlo psichicamente così forte per ricordargli bene che se lui voleva giocare a farmi dispetti, anche io potevo diventare molto dispettosa, facendo sì che se lo ricordasse a vita.) o per quale ragione, ma lo aveva fatto sicuramente rintracciando i miei dati senza che io mi fossi resa conto di averli dati, non a lui, ma ad altre aziende da cui poi lui ha attinto le mie info private. 

La fortuna ha voluto che successivamente conoscessi quella persona che divenne mia studentessa e che si offrì di aiutarmi, scoprendo tutto ciò che c’era dietro quell’apparente guasto alla mia connessione internet che invece nascondeva molto di più. Anche lei, una persona appena conosciuta, a cui apparentemente non diedi altre informazioni sul mio conto se non il mio nome che già conosceva presentandoci, riuscì invece a risalire alla mia abitazione, quindi scoprire dove abitavo, quale fosse la mia casa, scrivendomi il mio indirizzo (e ovviamente prendendoci al volo, alla perfezione) e scegliendo di risolvere un problema “tecnico” sulla mia connessione seppure io non fossi sua cliente e lei non guadagnasse nulla nel risolvere quel problema. In altre parole, non era un’operatrice dell’assistenza che chiamai io per risolvermi il problema, ma era una persona esterna che scelse di sua volontà di ricercare sulla banca-dati le mie info private e accedere alla mia connessione per risolvermi il problema. Questo evento ormai accaduto più di dieci anni fa mi aprì tanto gli occhi e mi permise di rendermi conto che veramente chiunque potrebbe accedere alle nostre info e, per esempio, far guastare gli oggetti tecnologici dentro casa nostra, oppure aggiustarli se volesse… ma di solito queste sono conoscenze che vengono utilizzate più per danneggiarci, che per aiutarci. 

Così, è molto più probabile che un ex o una persona invidiosa si connetta alla nostra rete per guastare le nostre tecnologie per dispetto, e non il contrario. Queste “idee geniali” arrivano più per invidia, che per altruismo. Ad ogni modo, fui molto felice che la mia connessione ad internet fu ristabilita, e mi impegnai molto di più a tenere riservati i miei dati personali. Nonché ciò che insegno a tutti i miei studenti di fare, e che ribadisco più e più volte. Non bisogna essere ingenui, e bisogna capire invece che i nostri dati hanno un immenso valore e possono essere costantemente utilizzati contro di noi anche da chi meno ci aspettiamo. Ci sono occasioni in cui è diventato molto difficile non rivelare i propri dati sensibili, per esempio quando firmi il contratto con le utenze stai dando molti dei tuoi dati che poi non resteranno alla sola azienda di fornitura gas o elettricità o acqua, ma verranno ovviamente resi pubblici a tutti coloro che sapranno un minimo ricercare e ottenere quelle info su di te. Ciononostante ci sono tantissime altre situazioni in cui non è davvero necessario che tu dia i tuoi dati personali, anche se gli operatori, i promoter, o chiunque tu abbia davanti, ti spingeranno a credere che tu sia costretto. Non è così! E quando puoi, è fondamentale che tu scelga sempre di non dare i tuoi dati sensibili. Molte persone, giustamente, intestano le bollette tutte a nome di un singolo di casa, così da evitare di dare i nomi e dati personali di tutti i presenti. Come per esempio tante persone utilizzano la stessa “carta fedeltà” dei supermercati o negozi, intestandole tutte ad un solo componente di famiglia e poi passandosela per utilizzarla in più persone quando ne hanno bisogno. Anche questo è un modo furbo per evitare di dare tutti i dati privati di tutti i familiari. Ancora, molte persone intestano i numeri di cellulare ad una sola persona di casa, sebbene tutte quelle sim non apparterranno a lui ma verranno utilizzate da altri componenti della famiglia. Tutte queste persone ovviamente fanno bene! Tutto ciò vorrebbe essere bloccato dal Governo (e ci sta già provando da tempo!), e ci riuscirebbe definitivamente con il chip sottocutaneo, per far sì di bloccare tutti questi “passaggi” e far sì che ognuno possa utilizzare solo ciò che è a proprio nome; il che significa che arriveremo al punto che un figlio non potrà andare a fare la spesa con i soldi di sua madre, ma prima ci dovrà essere un passaggio di denaro dal chip della madre al chip del figlio, con tanto di causale ben spiegata nel dettaglio, per poi permettere al figlio di andare a fare la spesa per sua madre. 

Questo è soltanto un esempio per comprendere dove il Governo vorrebbe farci arrivare, e che dobbiamo ovviamente evitare. 

Fine pagina 6 su 6. Se hai gradito l’articolo, commenta qui sotto descrivendo le tue sensazioni durante la lettura o la pratica della tecnica proposta.

0 commenti
  • Tali
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    16:17 14/05/24

    E' terrificante il fatto che non possiamo avere nemmeno più la privacy dei nostri pensieri visto che attraverso le nanotech al nostro interno li violano! E' verissimo che la prima fase di anti privacy, cioè quella che proponeva e ancora propone prodotti ricercati sul web su tutti i siti è stata subito accettata dalla nostra mente perché eravamo noi i primi a cercarlo nel web, ma come dici tu è una persecuzione, è fastidiosissimo! Cavolo se ci pensiamo è verissimo anche che "soltanto" con la ricerca noi stiamo regalando agli altri tutti i nostri pensieri (pagando anche tanto)! Appena ci viene qualcosa in mente la cerchiamo, appena abbiamo un dolore o un fastidio fisico lo cerchiamo (cosa che non faccio più da tempo, ora ho tanti libri omeopatici e cerco lì sopra la cura) e non uso più google per cercare, ma altri. E' terrificante che attraverso queste informazioni ci colpiscono, come l'esempio che hai fatto della persona che si sente grassa e che poi viene colpita artificialmente! I call center erano odiosi e ora lo sono ancor di più, perchè spiano a tal punto di chiamarti nominandoti cose che tu non hai detto a loro, ma davanti al cellulare. Oppure prima ti chiamavano ad esempio sul wi fi se risultavi intestastatario, ora chiamano ad altri cellulari della stessa casa anche solo perché hanno sentito nominare il wi fi! Ora che ci penso non si sente veramente nessuno che si vanta in giro di lavorare per youtube o facebook, e quando dici che possono entrare nei profili privati mi ricorda il film di Edward Snowden dove fanno vedere questa scena! Il tuo aneddoto è pazzesco, fa comprendere quanto per loro sia facile sia prendere i nostri dati, e sia quanto è semplice aggiustare un guasto (che in realtà fanno loro) o rallentare o potenziare con un click, infatti la studentessa ci riuscì in un attimo! Mentre a noi fanno credere che ci vuole tempo, ti dicono che non è vero, in ogni singola azienda che si chiama si comportano in questo modo mentre buttiamo tutti i nostri soldi! Mi ricordo che nel 2021 anche io ho iniziato ad accorgermi che la connessione wi fi non andava, e dopo qualche giorno chiamava l'azienda a pubblicizzare la nuova connessione o modem. Risuccesse qualche mese dopo per pubblicizzare la fibra, e noi abbiamo detto che non interessava e che poi da noi nemmeno c'è. I miei vicini ci cascarono, fecero l'abbonamento promettendogli che avessero messo la fibra, ma poi non l'hanno fatto, ritrovandosi a pagare qualcosa di cui non potevano usufruire! Una persona che conosco mi ha insegnato che quando bisogna chiamare queste aziende per bisogno/problema, bisogna farsi vedere autorevoli, siamo noi che dobbiamo fare mille domande per stare attenti alle truffe, e nel momento in cui rispondono in modo fuorviante, farsi sentire chiedere la verità, poi dalle risposte anche a metà si capirà meglio la situazione, e ho potuto vedere che funziona! Anche se sono gentili bisogna trattarli sempre come qualcuno che è nel torto, come qualcuno che ci sta truffando, perchè é sempre così. Anche quando chiamano quelli che truffano, invece di rispondere alle loro domande, domandiamo noi invece in che ufficio sono, loro nome e cognome, vedi poi come chiudono il telefono di colpo e non insistono! Poi io ora non rispondo nemmeno più. L'esempio finale di come verrebbe usato il chip sottocutaneo per fermare la privacy non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, sarebbe la fine! Io ora tendo a stare molto più attenta a non dare i miei dati personali, ottima idea anche quella di intestare le sim ad una persona sola non ci avevo pensato! E in futuro starò ancora più attenta, grazie infinite!

  • Gabrycavallo
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    15:55 14/05/24

    È veramente terribile quando ci rendiamo conto di quanto la privacy , sempre utilizzata come parole da chi ce la toglie, sia ormai un immaginazione. Ci sono moltissimi metodi che utilizzano per conoscere le informazioni su di noi e quelle più facili sono sui social dove informiamo tutti nel mondo di cosa facciamo e cosa succeda intorno a noi. L’esperienza che hai raccontato è assurda. Loro volevano impedirti di avere una connessione e pagare moltissimi soldi a caso per riaverla. Conoscere quella studentessa ha aperto un sacco di porte perché tu hai compreso molto bene (e noi lo stiamo facendo ora grazie a te) la situazione. Gli operatori sanno tantissimo e possiamo solo cercare di non darne altre. Grazie mille Angel.

  • sole15
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    15:51 14/05/24

    Interessante l'aneddoto sulla connessione internet. Facevo già abbastanza attenzione a dare i miei dati in giro, essendo stata vittima di stalking pesante da una persona ossessionata da me fino a poco tempo fa, tanto che ho dovuto cambiare numero di cellulare e mail più volte, con tutto lo stress che comporta. Non potevo neanche denunciarla, perché non c'erano abbastanza "prove". Perfino una persona comune (che non lo fa di lavoro, né che è tanto ferrata con la tecnologia) può riuscire a risalire facilmente alla tua mail in molti modi e poi da lì decidere di mandarti ogni giorno mail creandosi tanti account diversi, in modo che anche se la blocchi continuerà a tartassarti facendoti violenza psicologica. Addirittura è possibile (e alla portata di tutti) anche mandare messaggi sul cellulare dal PC utilizzando numeri anonimi. La privacy è importante per difendersi dal Governo, ma anche dai tanti pazzi che si nutrono ossessivamente di ogni piccola informazione personale per usarla poi contro di te.

  • P. Sandra
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    15:04 14/05/24

    È veramente incredibile come nessuno di noi possa avere un minimo di privacy, che siamo spiati in ogni movimento che facciamo lo sappiamo, qualunque transazione che facciamo online è registrata. Molto significativo è il racconto fatto da Angel sul problema che aveva avuto col modem e connessione internet, in un attimo la ragazza che si era presa a cuore il suo problema ha ristabilito la connessione. La cosa particolare è che qualcuno gli aveva bloccato tutto, possono bloccarci tutti gli apparecchi che abbiamo quando vogliono... Quando accetti ad esempio e dai accetto all uso dei cookies ho sempre avuto il dubbio che se accetti ti inseriscono nei loro database e poi ti rifilano pubblicità, è tutto business.

  • asselandra
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    14:48 14/05/24

    Il controllo capillare della quotidianità è un altro dei tristi aspetti che caratterizzano la nostra vita da topini in gabbia. Ho spesso avuto sterili discussioni con chi era convinto che viviamo in uno dei periodi di massima libertà e che cedere qualche informazione personale è un piccolo effetto collaterale per la nostra sicurezza. Ho semplicemente riassunto le assurdità che mi venivano "spiegate" da persone molto "informate" a cui non avevo neppure chiesto nessuna lezioncina (i classici 'googlelatori' senza capacità di elaborazione personale). Ma solo rileggendo le loro parole si vedono le contraddizioni: (1) 'cedere' comporta un atto volontario e non mi pare che ci venga chiesto il permesso; (2) 'piccolo effetto collaterale' è una dizione che non può applicarsi alla completa privazione di barriere personali; (3) 'sicurezza'... per chi? Per noi? Per loro? Ad ogni modo, di certo non posso pretendere di risolvere nulla con le parole, e per adesso i piccoli grandi accorgimenti per limitare i danni sono un buon punto di partenza. Immagino che si possa fare tanto di più, e spero che nel tempo avrò modo di fare qualcosa di maggiormente efficace. Come sempre grazie per le tue parole fuori dal Coro :)

  • Omni
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    14:46 14/05/24

    Descrissi brevemente la mia esperienza in un commento su un articolo dello scorso volume su come oggi le pubblicità ci perseguitino anche senza necessariamente una ricerca che viene tracciata dalla nostra cronologia, segno che ormai il livello di anti-privacy è oggettivamente totale: pensavo ad una vacanza all'estero e vagliavo due-tre città che mi interessevano. Quella su cui riservai la mia scelta non la cercai per niente (proprio perché temevo che dai cookie risalissero al fatto che l'avevo cercata e dunque mi aumentassero i prezzi, volevo cercare solo quando ero sicuro che avrei prenotato), semplicemente la scelsi perché ricordai un feedback molto positivo di un'amica sulla città stessa che mi fece molti mesi prima. Mi arrivò un'email qualche giorno dopo di Skyscanner che citava "stai pensando ancora a (nome città)?" e proponeva dei voli (in apparente sconto, perché poi già sai che il biglietto che costa incredibilmente 9 euro verrà sopperito dal bagaglio a bordo o in stiva ce ne costerà minimo 60). Annotai la cosa proprio perché fu surreale, controllai la mia cronologia proprio per vedere se avessi cercato informazioni sui luoghi simbolo della città stessa ma niente, zero assoluto, eppure la pubblicità mi era arrivata lo stesso. Ricordo che in un precedente volume ci avevi fatto riflettere su come la televisione sponsorizzasse farmaci da acquistare che "curiosamente" andavano ad intervenire proprio su dolori provati personalmente in quel momento: ti svegli con il male alla gola? Ecco che in tv viene spammato un prodotto che interviene su quel problema. Hai problemi di stomaco? Ecco che in tv si parla di un prodotto che si occupa proprio di quel sintomo. Lo stesso (ritornando ad esempi personali) anche per i denti: appena passo qualche minuto in più a guardarli allo specchio monta a mille la sensazione di trovarli sgradevoli e, puntualmente, compaiono anche sui social (oltre che sui siti) cliniche specializzate che propongono migliorie estetiche. Sebbene possa sembrare come una cosa irrilevante (in fondo sono solo "pubblicità" ci si potrebbe dire sminuendone pericolosamente la gravità, anzi qualcuno potrebbe addirittura trovarlo utile per "tenere a mente" un acquisto che si sta vagliando) ma il punto è che questa è solo la punta di un iceberg veramente gigantesco. Il punto è, come brillantemente illustri, che oggi è diventato veramente troppo facile "leggerci" e dunque anche spingerci desideri fasulli al fine di comprare cose che non servono (o ci fanno del male) o per pagare una sovraprezzo per un servizio che avremmo già dovuto avere di diritto (come nell'esempio che ci hai riportato: si ha diritto per l'abbonamento conseguito alla velocità massima della connessione eppure paradossalmente propongono la cosa solo ad un prezzo maggiorato). Trovo sia stato davvero surreale appurare come sia stato facile per la studentessa reperire i tuoi dati dopo che ti aveva proposto il suo aiuto: una semplice operatrice di un call center di un'azienda diversa in una città diversa ha potuto tranquillamente arrivare a tutte le tue informazioni potendo addirittura intervenire sul problema apparentemente irrisolvibile; ciò pone luce su come bisogni diventare ancora più accorti nel condividere i propri dati, rifiutando la sensazione di "vabbè li ho già messi da qualche parte, ormai li hanno già" che spinge a fornirli sempre a tutti, anche a chi probabilmente non riuscirebbe a reperirli senza una nuova condivisione degli stessi. Non tutte le persone che ci sono avverse hanno gli medesimi mezzi e le medesime competenze, alcuni forse riusciranno a reperirli facilmente sempre e comunque ma tanti altri ancora no e stare lì a fornirli ogni 2x3 permette proprio a tutti di trovarli. Comunque mi ha veramente infastidito leggere come gli operatori dei call canter, quelli di inizio aneddoto mentre tentavi di risolvere il problema, "fingessero" di non poter fare nulla; ormai certi lavori sembrano strutturati proprio sul truffare la gente affinché paghi sempre più nel mentre che non si offre nulla che giustifichi l'aumento del costo. La studentessa è stata una mosca bianca ed è stata davvero generosissima ad aiutarti, in quei contesti ho sentito addirittura che fanno proprio corsi di formazione dove strutturano gli operatori a "riconoscere" il cliente più fragile (spesso gli anziani o quelli che hanno più difficoltà a sganciarsi rispetto a chi liquida velocemente la chiamata) al fine di spellarlo e ottenere una bella commissione. Uno capisce perfettamente che senza soldi non si cantano messe e serve guadagnare per campare, però tutto ciò ricorda (seppur molto molto alla lontana) il "eseguivo solo gli ordini" tornato in voga ultimamente; chiaramente non è la stessa cosa per ciò che comporta alla fine per la vittima del raggiro, ma c'è il medesimo e consapevole intento di sapere di dover truffare/ingannare qualcuno per un beneficio economico di ritorno.

  • Zerocalk
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    14:12 14/05/24

    Sono anni a cui non credo più nella Privacy e anzi sono convinto che ogni anno sarà sempre peggio perchè la tecnologia fa passi da gigante e come da prova avvenuta ovvero quello di pensare ad un articolo e poco dopo vedertelo apparire sul cellulare alla prima ricerca su internet fa capire che siamo ultra controllati! Qualsiasi ricerca che faccio me la ritrovo come banner su ogni sito che apro e finché non vado a cancellare i cookies non mi danno tregua. ciò non vuol dire essersene liberati ma almeno per un po non ricominciano! I call center sono diventati invasivi, ogni giorno ti chiamano per proporti qualcosa senza che tu capisca chi gli ha dato il numero ma puntualmente loro ti rispondono che sono andato a visitare un sito dove ho accettato le condizioni e quindi si sentono autorizzati a chiamarmi, ma comunque in quel sito non ci ho messo mai piede! Comunque la bicicletta non l'ho comprata ma la macchina da caffè da quell'insistente di venditore si!😁

  • Nebula
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    13:13 14/05/24

    Bellissimo capitolo in cui spieghi l'importanza della privacy. la parte iniziale in cui ripeti cosa sia la telepatia artificiale e come funziona e attraverso cosa è molto utile per comprenderne la gravità.. infatti nemmeno più i nostri pensieri sono al sicuro, la maggior parte di loro non sono nostri e ad ogni modo la nostra testa non ha più muri per loro. è terribile che esista la telepatia tra umano e computer, a dimostrazione che ci stanno rendendo sempre meno umani per trasformarci in robot. grazie per la condivisione della tua esperienza. è spaventoso che riescano a trovare qualsiasi nostra informazione accedendo a dei semplici database.. nel tuo caso la studentessa ti ha aiutata, ma se a quei database ci accede qualcuno che non vuole affatto il nostro bene? infatti una mia parente lavora per una compagnia telefonica e so che anche solo per "divertimento" accedeva ai database per cercare le persone che conosce e vedere se hanno la compagnia per cui lavora e quanto pagano. ovviamente se sono nella sua compagnia, può vedere dove vivono ecc. è anche per questo che da quando vivo da sola mi ricordo bene di non cercare nemmeno per sbaglio quella compagnia e mai farò contratti con loro, a prescindere da quanto possano essere convenienti, perché so che lei potrebbe vedere dove vivo ecc. ma sono sicura che quella signora non sia l'unica stronza che per sport va a vedere i dati delle persone che conosce, e se a vederli non c'è solo una signora che non ha un cazzo da fare? tutto questo è terrificante, soprattutto quello a cui vogliono arrivare! la privacy va difesa in tutti i modi, più il governo vuole toglierci qualcosa e più dobbiamo lottare per proteggerlo. Nell'ultimo mese sto buttando il cellulare in cantina e lo vado a prendere una volta ogni 2/3 giorni per vedere se ci sono messaggi ecc. Un giorno questo impazzisce, la batteria era all'80%, ma si spegne, si riaccende da solo ed era allo 0%, quindi si rispegne e si riaccende. Avrei dovuto portarlo in casa e caricarlo, ma ho deciso che avrei portato il cellulare in casa quando lo dico io e non quando fa i capricci lui, quindi l'ho lasciato in cantina e sono tornata a casa. probabilmente il telefono ha continuato a spegnersi e riaccendersi perché quando sono andata giù il giorno dopo era acceso ed era al 60% o giù di lì. non avevo chiamate perse e il telefono era acceso, quindi chiunque avrebbe potuto chiamarmi. ma appena lo tocco, ecco che mi arriva una chiamata da un'operatrice di un call center che con tono molto aggressivo mi chiedeva i miei dati. l'ho mandata a quel paese e ho spento tutto. ma mi chiedo.. come mai mi ha chiamata non appena ho toccato il telefono? avrebbe potuto chiamarmi prima o almeno un'ora dopo, ma appena l'ho preso in mano quel call center mi ha chiamata. mi sono segnata questa esperienza perché non credo sia affatto un caso... grazie Angel!!

  • Stella d’Oriente
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    12:56 14/05/24

    In questo articolo non ho letto nulla di nuovo, in parte perché sono caduta in questa rete ed ho,potuto verificare di persona violazioni molto intime su me la la mia ditta. 20 anni fa, c’era una chat chiamata icq. Io dall’ufficio un giorno mi connessi con un nik e iniziai a chiacchierare con un altro utente, anch’esso in incognito. Dopo qualche giorno, questa persona iniziò a dirmi chi ero, dove abitavo, e mi disse la cifra esatta della mia denuncia dei redditi, che manco io conoscevo, perché se ne occupa il commercialista. Io non gli avevo fornito nulla, manco il nome, ma attraverso l’ip era entrato nei miei dati. Era un impiegato della finanza, e di me sapeva pure quante volte respiravo in un secondo. 20 anni fa. Poi, ho un socio che è un po’ hacker e lui non ha grossi problemi a rintracciare pur entro certi limiti i dati di altre persone. Fa assistenza ai pc di alcuni amici e lo fa da casa sua grazie ad un programma che glielo permette. Potrei citare altri aneddoti, ormai c’è ne sono a decine di palesi violazioni assolutamente evidenti. Ma l’alternativa è diventare un eremita senza utenze e senza telefoni o apparecchi elettrici. Per il resto credo che per quanto ci sforziamo di mantenere la privacy ormai è impossibile se si vive in società, possiamo solo cercare di limitare i danni.

  • Alina
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    11:45 14/05/24

    Più si va avanti con le letture e più ci si rende veramente conto di quanto ormai tutto nella nostra vita sia tenuto sotto controllo, e ci sono dei brevi momenti in cui penso chi sono veramente, e se sono quella che credo di essere, padrona dei miei pensieri, delle mie azioni o, sono semplicemente una che attraverso i milioni di chip impiantati, pensa e agisce a seconda dell'operatore di turno che li attiva; per fortuna questa specie di dubbio pirandelliano dura soltanto attimi e penso invece a quanto io sia fortunata ad essere in ACD, ad avere avuto l'immenso dono attraverso questi volumi dal contenuto e dal valore inestimabili di poter accedere alla verità assoluta, e vedere la realtà , quella vera e per niente bella e che ci ha aperto gli occhi e la mente, ha risposto alle mille domande, e chiarito i mille dubbi che immancabilmente nel corso della nostra vita ci siamo posti senza mai trovare una giusta risposta. Quelle risposte che tu Angel ci dai continuamente attraverso i tuoi coraggiosi scritti, e non solo, fornendoci contemporaneamente la soluzione. Grazie Angel, penso veramente che se oggi abbiamo ancora una vita da vivere la si debba esclusivamente a te e Alexander , i miei Grandi, Divini e Immensi Maestri.

  • Wanderer
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    11:33 14/05/24

    Infatti è proprio assurdo tutto questo. Da quando ho iniziato a farci caso mi ricordo in particolare alcune pubblicità che mi hanno perseguitata negli ultimi anni, ad esempio quando facevo la cameriera una cliente aveva iniziato a lamentarsi della sua dermatite atopica e per mesi e mesi sul MIO cellulare (in un'app di timer per meditazione che usavo ai tempi!) mi arrivava il banner di questa pubblicità su come curare precisamente la dermatite atopica. A un certo punto mi sono per fortuna resa conto di dover mandare a fanc.lo quella app e ho trovato il timer di ACD. Invece un po' di mesi fa ogni tanto ho fatto presente al mio partner di un fastidio al ginocchio e così ogni volta che lo dicevo il giorno stesso o il giorno dopo mi arrivava una email pubblicitaria di una ginocchiera. Oppure stessa cosa andando a cercare case in affitto o case in vendita. Detesto tutto questo, leggere direttamente il nostro pensiero poi è il passo successivo ancora più grave che già stanno facendo. Non sapevo inoltre delle truffe che gli stessi operatori apportano sulle nostre connessioni internet, meno male che questa studentessa ha deciso di aiutarti così hai anche potuto scoprire questo funzionamento!!

  • Raffae
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    11:28 14/05/24

    Davvero interessante tutto quello che stai spiegando! Avevo dei dubbi su alcune cose e trovare conferma da Te mi da tanta sicurezza. Per esempio avevo notato che quando mi è capitato di informarmi su un prodotto che mi interessa, ma magari non da comprare in quel momento ma solo per iniziare a farmi un’idea, poi quando ho iniziato a fare ricerche su internet quel pensiero si amplificava come se fosse una cosa prioritaria, e infatti imponendomi di smettere di cercare ecco che dopo un po’ quel pensiero che sembrava tanto urgente non lo avevo proprio più. Il ragionamento sul fatto che paghiamo per uno strumento che serve a qualcun altro per conoscere i nostri pensieri è illuminante, apre davvero gli occhi. L’esperienza che hai raccontato è stata utilissima perché anche se diventavo sempre sospettoso quando mi vengono chiesti i dati, e da un po’ cerco di evitare sempre di fornirli, non riuscivo ad avere un’idea di come questi potessero essere usati contro di noi, e avere degli esempi concreti aiuta molto. Grazie Angel!

  • BlueRose
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    10:01 14/05/24

    Mi ha fatto impressione leggere i tuoi ricordi delle esperienze in cui riuscivano a leggere i tuoi pensieri e sogni e proiettarli. È una tecnologia che sviluppano da tantissimo tempo, fondamentale per loro, che non possiamo permetterci di sottovalutare. La nostra privacy è messa sempre più a dura prova, e negli ultimi anni l'hanno invasa a tal punto che oggi la gente non si ricorda cosa sia il rispetto per la privacy, a cosa serve. Le stesse mode ci spingono a rivelare più dati possibili su di noi, oltre a situazioni sempre più frequenti in cui ci fanno sentire obbligati a fornire diversi tipi di dati personali in modo sempre più insistente. È fondamentale prenderne coscienza per proteggerci, da molti più pericoli di quanto possiamo immaginare. Oggi che ci hanno abituati a fare tutto tramite internet, diventa sin troppo facile seguire i nostri pensieri, interessi, opinioni, se ogni curiosità, necessità, pensiero, andiamo a cercare risposta su internet. È una grande comodità (e ormai abbiamo capito che se arrivano a darci una comodità non è MAI per il nostro bene) ma finché abbiamo anche altri metodi di ricerca, altri metodi per fare qualsiasi cosa per cui possiamo usare un altro mezzo che non sia un cellulare, tablet o computer, sarebbe giusto sfruttarli. Mi vengono i brividi a pensare a quanti dati personali, fino al minimo pensiero che cambia negli anni, hanno raccolto su tutti noi in queste banche dati, e soprattutto come li hanno usati e continueranno a usarli esclusivamente contro di noi. È fondamentale cambiare atteggiamenti tornando a dare più importanza alla nostra privacy, e soprattutto impegnarci per iniziare a sgretolare quell'immensa banca dati mondiale e gli operatori che contribuiscono ad ampliarla e utilizzarla. Non è da sottovalutare anche ciò che le persone comuni e normalissime possono arrivare a fare coi nostri dati personali. Anche l'esperienza della ragazza che appena conosciuta ti ha sistemato il modem, permettendoti di avere conferma di quanto fosse facile accedere a fin troppe informazioni private - che in mani sbagliate sarebbero pericolosissime - partendo dal niente, e persino interagire con le tecnologie dentro casa tua. Avendo conferma che il modem si possa rallentare o potenziare da un bottone, per creare ostacoli o convincere più facilmente ad acquistare un nuovo abbonamento (dando soldi per finanziare i loro progetti), e chissà cosa riescono a fare tranquillamente con qualsiasi elettrodomestico o oggetto tecnologico che possono collegare a internet, anche a nostra insaputa. È essenziale in un periodo come questo diventare ben coscienti di cosa sta accadendo, non per ossessionarci, ma per imparare nuove abitudini che ci rendano più protetti. E subito dopo, per rallentare il loro progresso tecnologico e trovare modi per fargli perdere la presa su più persone possibili. Grazie infinite per questi capitoli che aprono gli occhi su tematiche così attuali, che fanno venire voglia di reagire, prendere il coraggio di fare cambiamenti per toglierci sempre più pesi e contrastare i loro piani su di noi!!

  • Marica
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    09:59 14/05/24

    L'episodio che hai raccontato sulla tua connessione internet più o meno sta accadendo anche a me, nel senso che anche il mio collegamento improvvisamente è più lento, e poi dopo aver parlato con gli operatori, di solito cafoni, ci informano che bisogna passare ad un altro tipo di tecnologia per fare in modo che il collegamento abbia di nuovo una velocità normale, ma guarda un po'. La privacy è ormai solo una favola, non esiste più, e il modo in cui le aziende scambiano tutti i nostri dati è vergognoso. Come ci insegni, per quel poco che ci è rimasto da scegliere, dobbiamo scegliere bene ed evitare di dare i nostri dati se non serve proprio. Il fine ultimo di tutto questo progetto è il controllo totale, e va evitato con tutte le nostre forze.

  • SONIA
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    09:08 14/05/24

    Se più di 10 anni fa conoscendo solamente il nome di una persona, degli operatori normali riuscivano a risalire a dati sensibili quali l'indirizzo di casa di una persona, significa che al giorno d'oggi possono risalire a molte più informazioni di quello che vogliono farci credere e a maggior ragione chi lavora proprio su questo aspetto per conto del Governo avrà accesso ad ancora più dati su ognuno di noi. È bene prestare sempre attenzione perché più ci sarà controllo sulla popolazione attraverso l'uso di questi dati, meno ci sarà la libertà del singolo di scegliere (magari anche inconsapevolmente) e questo farà sì che sarà più facile instaurare una dittatura in cui ognuno avrà il suo ruolo stabilito da chi ci governa. A quel punto sarà difficile uscirne quindi è bene agire ora. Grazie per queste condivisioni che ci aiutano a riflettere